Lettera inviata al fratello da Mario Rosa, prigioniero nel campo di Murchison in Australia. A differenza delle altre lettere, qui il prigioniero vuole rimandare il proprio ritorno per poter restare a lavorare: il timore di tornare in una Italia in macerie, per di più in pieno inverno, lo spinge a cercare opportunità in Australia. Probabilmente questo suo progetto non andrà a buon fine: fu infatti rimpatriato qualche mese dopo, nel febbraio 1947.
Murchison, 8 agosto 1946
8-8-46
Caro Nanni,
dopo una lunga attesa ho ieri ricevuto la tua carissima del 19/5. Puoi ben immaginare la mia gioia nel rivedere la tua calligrafia giungermi da casa. Essa però è stata rattristata dal contenuto della stessa. È da tempo che pensa a come ho già scritto in proposito di Franco, se ne avrò la possibilità e sempre che il Governo Federale qui ne dia il permesso, io mi fermerò senz’altro, qualunque sia il lavoro che dovrò fare. Per il momento non vi è nulla di positiva, anzi sembra che il medesimo Governo sia nella determinazione di rimpatriarci tutti entri l’anno. Come vedi, io sono più disgraziato di te, in quanto rischio di tornare fra voi in pieno inverno, dopo averne fatto uno qui. Ma non mi scoraggio per questo. Ad ogni modo, sempre che si possa, io senz’altro chiederò di rimanere, così almeno per i primi tempi lavorerò per sistemarmi, e poi sarà mio dovere venirvi in aiuto.
Ma come ti ripeto, pel momento, malgrado che la mia decisione di rimanere sia presa, non v’è nulla di definitivo.
Ti sarò preciso nel prossimo avvenire sempre che ci siano delle possibilità. Mi dispiace per Vittorio che non ha potuto ritornare in primavera con te, e anche lui corre il pericolo mio. La tua lettera mi ricorda molte cose e io vorrei avere a disposizione un libro per scriverti ciò che sento, liberare così l’animo mio di un peso immane. Mi ero fatto un concetto della condizione nostre o del paese, tu me le hai confermate. Certo che dopo tanti sacrifici, fare un ritorno così triste, non è tanto da augurarselo. Ti so armato di buona volontà e perciò non dubito che presto riuscirai ad ottenere qualche cosa. Come mai Franco a trovato un ingaggio per la Columbia? Gli ho scritto tempo fa, dato che è da marzo che non mi scrive e anche a lui ho detto che cosa dico a te.
Dunque ti ripeti che se mi sarò possibile mi fermerò, sacrificando l’egoistico desiderio del ritorno, rimandandolo a migliore avvenire. Affido a te il compito di consolare la cara nostra mamma nel caso che io rimanessi costì.
Scrivimi quando puoi, a lungo e chiaramente, onde io possa farmi un concetto della vita che si fa ora nel mio Paese. Scrivimi tutto, di ciò che vedi, che pensi del tenore di vita e così di seguito. Dal canto mio, sarà mia premura farti sapere qualcosa di preciso circa le decisioni di questo Governo.
Baciami tanto la cara mamma Maria e famiglia.
Bacioni e auguri dal tuo fratello Mario.