Lettera inviata da Giovanni Delindati alla moglie, prigioniero nel campo di Nyeri (Kenya).
Nyeri, 22 luglio 1946
Nyeri, 22 luglio 1946
Maria carissima, eccoci nuovamente la compleanno di Annamaria e quanto prima anche tuo, ed io son sempre qui…lontano, solo senza potervi fare a voce un augurio, senza dividere quella gioia intima familiare che tanto desidero. Pazienza! Quante volte ho scritto questa parola, e per me, e per te; ma ora spero sia l’ultima, almeno per questo triste e snervante periodo.
Un leggero indizio di rimpatrio pare si affacci tra i reticolati e con esso la speranza di non essere fra gli ultimi e nemmeno l’illusione di essere tra i primi; ad ogni modo saprò attendere con forza e naturalmente con un certo nervosismo. Quanto ti mandai a dire da Bertani e quanto ti scrissi, e cioè di aspettare al fine dell’estate, si sta avverando; forse questa lettera ti giungerà o poco prima o poco dopo il mio arrivo.
Non voglio pensare a quel giorno del nostro incontro, sembra un sogno!
Mi vedo impacciato, confuso, penso come ti troverò, come trovo i bimbi e tutte le cose che avrai da dirmi…ed io me ne starò nascosto un po’ per celia un per non morir al primo ricordo…
E così assicurandoti che il mio pensiero è costantemente rivolto a te e ai bimbi nostri che il mio affetto è immutato.
ti bacio, vi bacio tutti
Gianni