Lettera inviata alla famiglia da Pietro Campanini, prigioniero nel campo di Orano (Algeria). Ai prigionieri non era permesso inserire dettagli fisici e geografici riguardanti il proprio campo di prigionia, come si può notare dall’intervento della censura su questa lettera.
Orano, 22 febbraio 1945
22-2-45
Carissimi genitori
Da tante parole che vi ho scritto non trovo nuove da riferirvi dato che anche queste situazioni non cambiano più in bene ma bensì sempre peggio, però non mi trovo malcoltento perché ho ottima salute come tale ne ho la speranza che sia di voi tutti. Mi dimenticai di dirti in tanto tempo che cambiai mestiere, ora mi trovo in mez[censura] di istruzione, a tuo figlio mamma di questo lo sai che ce ne vuole tantalo sai che nei suoi vent’anni di vita civile non ha imparato nessun arte, sono veramente stato un imbecille ma al ritorno tante cose voglio imparare e nessuno di niente dovrà rimproverarmi neanche te mamma della mia cattiveria che essa se ne è andata in prigionia non contro tutti ma verso coloro che io devo amara e volerle tanto bene. Aspetto sempre una tua nuova che mi dia un grosso conforto, è di bisogno su tante cose sgradite che mi sono capitate. Bacioni a non più piccola temo, ma signorina. Infiniti baci mamma papà, [?] Irma e tutti parenti.
Campanini Pietro