Lettera inviata da Angelo Bandini alla moglie, dal campo di prigionia di Monticello, Arkansas (Stati Uniti). Il racconto ci offre un piccolo squarcio sul lavoro durante la prigionia. L'annerimento è probabilmete conseguenza dell'intervento della censura.
Monticello (Usa), 15 aprile 1944
15 aprile 1944
Cara Luigia, è dopo un discretamente lungo periodo di tempo che mi decido di nuovo a scrivere. Motivo di questo mio silenzio? Forse la inutilità dell’invio delle mie lettere che rimanendo ad oggi prive di risposta, mi fanno pensare non debbano giungere a destinazione. Come stai? Io da circa due settimane sono stato trasferito nell’Arkansas. È un postaccio in mezzo ad un grande bosco che dà una sensazione maggiore di isolamento [censurato] e…che zanzare mia cara! Mai saputo che affarini così fossero tanto voraci e per nulla timorosi dell’uomo! Cosa faccio? Per ora nulla in quanto le attività si riducono a lavori nelle piantagioni di cotone e nelle risaie et boschi adiacenti, tutte cose che non incontrano il mio gusto. Passo le mie interminabili giornate studiando un poco l’inglese, giocando al pallone ed a carte. Certuni possono anche essere contenti di questo genere di vita, io non appartengo alla categoria. Mio unico pensiero: poter presto avere notizie. Auguri e pensieri affettuosi
Angelo